Come reagiresti se una mattina ti svegliassi e il tuo benzinaio di fiducia non esistesse più? Una mattina vedi che il serbatoio della tua macchina è quasi vuoto, ed è scomparso non solo il tuo benzinaio di fiducia, ma tutti i benzinai del mondo. Forse, in preda al panico, prima di renderti conto della totale assenza di stazioni di servizio in cui ristorare il vorace stomaco della tua utilitaria, scorrazzeresti per le strade con foga e noncuranza alla ricerca di un benzinaio aperto. Invano.
Oggi tutto questo può sembrare ancora lontano, ma…
Danimarca e Norvegia hanno comunicato la loro intenzione di porre fine alla produzione di auto a diesel entro la fine del 2025. Persino Francia e Regno Unito, due nazioni decisamente meno attente storicamente alle condizioni ambientali rispetto a nazioni come Danimarca e Norvegia, avrebbero in programma di bandire le auto convenzionali entro il 2050.
Allora sì che contemporaneamente alle auto tradizionali svanirebbe anche il tuo benzinaio di fiducia, e una mattina potresti trovarti abbandonato a te stesso con la tua utilitaria troppo affamata per portarti dove devi andare.
Qualche dato relativo alle emissioni di CO2
Sembra piuttosto improbabile che a livello legislativo le auto tradizionali possano concretamente estinguersi con tempistiche così ristrette. Tuttavia, quella stessa noncuranza e precipitazione che useresti per cercare disperatamente un benzinaio, applicate per anni all’utilizzo degli autoveicoli di miliardi di automobilisti, sono state la causa principale dell’aggravarsi dei dati relativi alle emissioni di anidride carbonica nell’ambiente. Secondo le statistiche di Acea (Associazione dei Costruttori Europei di Automobili) e Eea (Agenzia Europea dell’Ambiente) del 2017, gli autoveicoli con alimentazione tradizionale emettono nell’ambiente una media di 118,5 grammi di anidride carbonica per chilometro.
La soluzione ideale?
Sicuramente un ricorso sempre maggiore ai veicoli elettrici. Purtroppo però la diffusione nel mercato è drasticamente limitata da significative carenze infrastrutturali e tecniche relative a questa tipologia di veicolo, quali la difficile reperibilità di stazioni di ricarica e la conseguente inaffidabilità del mezzo in merito alla sua autonomia.
Come ridurre quindi le emissioni di CO2 delle auto con alimentazione tradizionale?
Sei semplici e pratici aspetti del funzionamento del motore tradizionale possono e devono essere presi in considerazione grazie alla revisione e alla manutenzione tempestiva e puntuale della nostra auto per ridurre l’impatto ambientale degli autoveicoli a benzina e a diesel risparmiando carburante e riducendo le emissioni di CO2.
- Nel vano motore, un ruolo fondamentale è rivestito dal sensore di flusso di massa dell’aria, il quale misura la densità e la quantità dell’aria che entra nel motore, in modo tale che il motore sappia quanto carburante iniettare in ogni cilindro. La corretta manutenzione di questo sensore è indispensabile per ridurre il consumo di carburante e quindi le emissioni.
- La pressione degli pneumatici è un aspetto che non può essere trascurato; maggiore è la pressione, nei limiti dei valori standard, minore è il consumo di carburante.
- Percorrendo lunghe distanze a bordo del proprio autoveicolo, è opportuno mantenere una velocità il più possibile costante. La velocità ottimale per ridurre i consumi oscilla tra gli 88 km/h e i 105 km/h.
- L’olio motore deve essere mantenuto ad un grado adeguato se si vuole assicurare la salute della propria macchina e il corretto utilizzo del carburante.
- Candele di accensione troppo vecchie possono aumentare le emissioni del 30%.
- Il sensore di ossigeno installato all’interno degli scarichi deve essere ben funzionante in modo tale da poter fornire all’unità di controllo elettronica le informazioni necessarie per controllare la miscela carburante/aria.
Tutti questi accorgimenti possono essere effettuati attraverso un semplice servizio di revisione e manutenzione. Clicca qui sotto per richiedere preventivi gratuiti alle officine della tua zona!
Fonti: www.cercaofficina.it