Come al mare, con i primi freddi, si chiudono gli ombrelloni così capita che in ottobre si inizi a chiudere la moto nel box, ricoperta, per farcela restare fino alla prossima bella stagione. Ma, spontanea, sorge una domanda: perché?!?…
Perché vogliamo negarci il piacere di un bel giro, un long week end o, addirittura, una vera e propria vacanza a due ruote? Oggi tutte le aziende di abbigliamento tecnico propongono efficaci soluzioni per difenderci dal freddo, certo, da qua ad un mesetto o poco più i passi di montagna ci saranno negati, ma di strade dove poter far scorrere i cavalli delle nostre Aprilia, Benelli, BMW, Ducati, Harley-Davidson, Honda, Kawasaki, Moto Guzzi, Moto Morini, MV Agusta, Suzuki, Yamaha, (notare l’ordine rigorosamente alfabetico…) ce ne sono a volontà, in pianura, al mare, in collina…
In fondo molti di noi non hanno affrontato anche le strade che conducono al mitico Capo Nord? Strade che anche d’estate si accompagnano sovente con freddo, pioggia e, talvolta, anche nevischio?
Ecco, questo riferimento al Capo Nord mi aiuta anche ad introdurre uno dei servizi presenti in questo mese di ottobre, un reportage-diario di viaggio di una coppia singolare con una moto singolare: un papà e la sua adolescente figlioletta che hanno affrontato il viaggio fino all’estrema porta del nord con un T-Max, troppo frequentemente vituperato da motociclisti “veraci” che guardano con sufficienza ai maxi-scooter, considerati non “vere” moto.
E allora, approfittando di questo racconto di viaggio, voglio aprire anche una piccola polemica, che già so raccoglierà molte critiche: la difesa d’ufficio dello scooter che, secondo me, rientra a pieno diritto nella categoria “moto”.
Prima di tutto perché la differenza tra un mezzo e un altro la fa, prima di tutto, l’utilizzo che ne fa il proprietario, e seguendo questo principio – chiedo un onesto esame di coscienza – quante sono le moto, anche “maxi”, che vengono usate come normalmente si usa uno scooter?!? Tragitto casa-lavoro-casa-giornalaio-casa e basta? E allora due ruote che percorrono, con qualunque tempo, 9275 chilometri in 12 giorni non devono essere considerate “moto” e chi ne condivide la sella “motociclista”? bene, sfido qualunque di coloro che guardano con un sorrisetto un maxi-scooter a mettersi in strada per un viaggio come questo.
Dov’è il problema, forse perché lo scooter non ha le marce? Beh, ormai c’è più di un modello – anche blasonato – di moto che ha tolto la leva di sinistra. Sono le ruote piccole? È l’assenza di un serbatoio tra le gambe? L’assenza della regolazione delle sospensioni? Ma sappiamo che anche questo con molti modelli non è più vero.
Per carità, anche a me piace di più salire su una moto “vera”, però ho anche percorso diverse centinaia di chilometri in scooter, e le sensazioni non erano poi così distanti da quelle provate su due ruote da 18”, certo, l’angolo di piega è minore, a causa della grande pedana, ma in fondo se sali su un custom non puoi pretendere di mettere il ginocchio a terra perché le pedane, anche lì, sono subito a strisciare sull’asfalto. E, lo ripeto, non so se io mi sentirei di affrontare il lungo viaggio che è protagonista di questo “diario di bordo”, della giovanissima Martina e del suo papà-driver Fabrizio (il quale, peraltro, il ginocchio a terra, in pista, si diverte a metterlo con una R6, anche se fuori dalla pista ha privilegiato la Yamaha T-Max 530 di questo raid).
Ultime due parole: prima di tutto al riguardo della seconda puntata del viaggio che ho fatto questa estate in Germania in sella alla BMW R 1200 GS Adventure, con meta una deliziosa città dedicata alla musica e ai giochi d’acqua: Bayreuth; ultima nota di questo editoriale non può che riguardare l’attesa del prossimo EICMA, la festa grande di noi motociclisti dove possiamo guardare (e desiderare) da vicino i nostri “giocattoli”. E anche questo appuntamento dovrebbe farci venire quella voglia da esaudire in fretta di montare sulle nostre due ruote e andarcene in giro per il mondo, indipendentemente dalla stagione. Prendiamo esempio da chi gira in scooter…
fonte : MOINMOTO – ANNO III – OTTOBRE