Portabici: il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso. Circolare sospesa

Il Consiglio di Stato sospende la circolare sul montaggio dei portabici, riportando le regole precedenti senza obblighi aggiuntivi.

Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva cautelare della tanto discussa Circolare protocollo 25981 del 06/09/2023 nella quale si determinavano le caratteristiche e le modalità di installazione di strutture portasci e portabici, applicate a sbalzo posteriore o sul gancio di traino a sfera per i veicoli di categoria M1 (autovetture).

Di conseguenza tale circolare è da considerarsi “Tamquam non esset”, cioè “come se non esistesse”, ripristinando al momento lo stato precedente il 6 settembre 2023, che prevedeva la libera installazione delle strutture portabici e portasci, applicate a sbalzo posteriormente, o sul gancio di traino a sfera sui veicoli di categoria M1.

Di conseguenza anche la Divisione 3 della Direzione Generale per la Motorizzazione ha pubblicato la propria Circolare n. 1602 del 19/01/2024 avente per oggetto appunto la SOSPENSIONE delle Circolari n. 25981 del 06.09.2023 e n. 30187 del 12.10.2023.

https://www.agenziagammariccione.it/wp-content/uploads/SOSPENSIONE-CIRCOLARE-PORTASCI-m_inf.AD0F425.REGISTRO-UFFICIALEE.0014391.19-01-2024.pdf

Cosa era successo:

L’unico risultato prodotto dalla circolare nell’occhio del ciclone è stato di complicare la vita ai possessori di un portabici gancio traino per auto, in quanto anche retroattiva. E di creare una situazione caotica dovuta al fatto che non esiste un’omogeneità su base nazionale ma ogni Motorizzazione “va per la sua strada”. E con i nuovi obblighi di collaudo più marche da bollo e bollettini da pagare la spesa aggiuntiva per segnare sul libretto dell’auto l’accessorio in questione ammonta a circa 200/250 euro.

Il ricorso al Tar respinto

Un primo ricorso al Tar presentato da un gruppo di aziende – tra cui la Peruzzo Srl – è stato respinto perché non è stata ravvisata l’urgenza economica. Allora un ulteriore passo è stato fatto rivolgendosi all’ente paneuropeo Solvit, che tratta ricorsi a livello europeo in cui le aziende nazionali vedono impedita la libera circolazione delle merci. Ma, anche in questo caso, la risposta è stata negativa in quanto “secondo le regole del Solvit (un reclamo contro una autorità nazionale deve essere aperto dall’altro Stato membro, che viene penalizzato dalla violazione) un reclamo può essere aperto solo se coinvolge due differenti Stati membri”, mentre nella fattispecie le aziende italiane ricorrenti avevano opposto ricorso contro il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti italiano.

Settore penalizzato dall’incertezza

Quanto questa situazione di incertezza ha penalizzato i costruttori italiani di portabici gancio traino come Peruzzo? La risposta del responsabile amministrativo Bovoli, basata sui dati, evidenzia che una flessione c’è stata: “Rispetto all’anno scorso nel periodo settembre/dicembre (cioè da quando è stata emanata la circolare del MIT, ndr) abbiamo visto un -30% di pezzi venduti. Facendo un rapido calcolo spannometrico se noi vendiamo meno lo Stato incassa molta meno IVA e per il periodo considerato possiamo quantificare il mancato incasso in circa 135.000 euro di IVA”

Pec inviata a Matteo Salvini (nessuna risposta)

Per Peruzzo, d’altra parte, il mercato italiano rappresenta il 22% del fatturato dell’azienda e questa circolare ha colpito proprio il loro core business. Per questo nella casella Pec della segreteria del ministro Matteo Salvini – segreteria.ministro@pec.mit.gov.it – arriva da giorni la stessa email (che non ha mai ricevuto risposta, ndr), che su Bikeitalia riproduciamo in versione integrale:

Gentile Ministro,

sono Paola Peruzzo, Direttore Generale della scrivente Peruzzo Srl. La nostra azienda è produttrice di portabici per auto e accessori ciclo 100% made in Italy, un marchio riconosciuto ed apprezzato sia a livello nazionale che europeo. Con orgoglio posso dire che la ditta fondata da mio padre nel 1972 ha sempre avuto una produzione 100% Made in Italy e che, con la seconda generazione al comando, il nostro impegno resta immutato. Vogliamo essere, e restare, ancora una azienda del Nord-Est, quelle fatte col sudore della fronte, ma vanto e orgoglio dell’imprenditorialità italiana. Tuttavia la circolare 25981 dello scorso 6/9 ci ha decisamente spiazzato. In un contesto attuale di decrescita strutturale del mercato, questa circolare rende ancora più gravoso l’utilizzo (e di conseguenza la produzione e vendita in Italia) dei nostri prodotti portabici, in particolare quelli di installazione sul gancio traino delle auto cat. M1.

Difatti con questa circolare l’utente è obbligato ad effettuare, presso le motorizzazioni locali, un ulteriore collaudo e a sostenere altri costi per poter utilizzare i nostri prodotti. Inoltre tale iter deve essere ripetuto ogniqualvolta si decida di cambiare auto o, ancor peggio, portabici. Contrariamente un cittadino Europeo che entra in Italia con un auto immatricolata all’estero, non è soggetto ad alcun tipo di obbligo. E’ mio avviso credere che questa circolare è in primis discriminatoria nei confronti di noi Italiani e soprattutto porta ad una completa sfiducia da parte del privato cittadino nel comprare ed utilizzare questi prodotti. Questo scenario porta come naturale conseguenza una contrazione del nostro fatturato (dall’emissione della circolare abbiamo avuto una contrazione delle vendite in Italia di questi articoli del 30% circa), una minore solidità finanziaria ed infine un serio pericolo sia per la continuazione della nostra azienda che l’occupazione dei nostri dipendenti.

Abbiamo già fatto ricorso al Tar del Lazio, ma è stato respinto, pertanto mi appello a Lei che, in qualità di Ministro, spero possa tutelare i nostri interessi e quelli degli Italiani.

Cordiali saluti, Paola Peruzzo

Circolare sospesa fino alla revisione del ricorso al Tar

Quali saranno le prossime mosse?

Al momento la circolare, dopo l’accoglimento del ricorso dei costruttori da parte del Consiglio di Stato, è sospesa: nelle prossime settimane il Tar dovrà riprendere in esame la questione e fissare una nuova udienza di merito. Su Bikeitalia continueremo a seguire la questione: nel frattempo la petizione online sul portabici gancio traino per auto ha superato le 15.000 firme.

Fonti: mtbcult.it – bikeitalia.it

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